Jörg Schieke Autorentext
Autor: Jörg Schiecke
Übersetzerin: Maria Giuliana
Le isole.
Un tempo la nostra radio emetteva solo un crepitio, ma ora, dopo l'ultimo grande temporale, si sente appena un sibilo. Un rumore bianco, ammaliante e piuttosto salato. Con quel crepitio potevamo ballare, ma con questo rumore non possiamo fare altro che inventarci soprannomi per i turisti:
Voi cadaveri da sedie a sdraio, voi pettegoli da spiaggia, questo è ciò che ci diverte di più.
La baia, la nostra baia natale, è disseminata di sassi e conchiglie, alghe e meduse scintillanti e di altri luccichii altrettanto inutili. Le conchiglie non si possono mangiare, le meduse, invece, si possono sbattere a terra e vederle evaporare lentamente.
Affittiamo le grotte tra le scogliere, commerciamo souvenir, attiriamo i cadaveri sulle sedie a sdraio con i nostri slogan: "Lei deve comprare questo, un regalo per Sua moglie, un cuore di pietra, se lo lecca ora e poi lo lecca tra vent’anni, saprà sempre di sale, lo garantiamo...!"
I turisti, dall'altra sponda, dal castello albergo, vengono qui da noi, sono curiosi perché siamo travestiti e sembriamo dei pirati e perché a volte spaventiamo i turisti con i nostri coltelli di plastica e le rivoltelle che ci siamo autocostruite – poi alla fine, dopo quella finta rapina, vendiamo i coltelli di plastica e le rivoltelle di legno ai turisti come souvenir tipici della regione. I turisti all'inizio non ci credono, non vogliono farsi ingannare, non vogliono comportarsi da turisti, ma poi infine ancor di più si comportano da turisti. Conoscono la parola "valigia" in cinque lingue diverse e hanno già spostato i loro orologi sull'altro fuso orario sull'aereo. Oppure sono delusi perché tra la loro casa e le nostre isole non c'è neanche un po' di differenza di fuso orario. Il mondo, purtroppo, sta diventando sempre più piccolo. E viviamo grazie ai turisti, come si addice proprio ai veri isolani.
Una volta al mese, andiamo anche sull'altra sponda, riempiamo le nostre taniche d'acqua e parliamo quel tanto quanto basta con Zelino. Zelino è il proprietario della stazione di servizio, uno del posto con problemi di udito, con una sorella invisibile che lentamente sta diventando sorda. Vende anche generi alimentari, creme solari e, su due barre piene di grucce, vecchie giacche esistenzialiste. Probabilmente acquistate nei negozi di seconda mano della capitale, nemmeno a prezzo unitario, ma a sacco, a peso, tanti e tanti chilogrammi di giacche per un prezzo così e così. Sebbene con questo caldo anche una semplice camicia di lino si appiccichi al corpo dopo pochi minuti di sudore, la gente compra le vecchie giacche, spende più soldi per le vecchie giacche che per la benzina, l'acqua potabile, il cibo o gli occhiali da sole alla moda. A loro piace mettersi una giacca sulle spalle nelle calde sere d'estate, fanno gli italiani, italianizzano a lungo: "Ehi Luigi, ciao Giovanna, che c’è, prendiamo una grappa?" E più tardi ciò lo racconteranno ai loro amici come una piccola avventura vacanziera; dunque, alla stazione di servizio di uno che ci sentiva poco e di sua sorella mezza sorda c'era una bancarella con vecchie giacche, guardate, una come quella che sto indossando adesso! Oppure se ne sono già dimenticati e parlano di onde a grandezza d'uomo e mostrano e mostrano nelle foto le coste forgiate come se fossero di ferro. Certamente Zelino non se ne arricchirà, ma il suo mercanteggiare e il suo zelo hanno un certo stile. Alcuni turisti vengono per vedere i tramonti da qui e alcuni abitanti del luogo vengono per guardare i turisti mentre guardano i tramonti.
Zelino riscuote la "tassa sul tramonto" dai turisti, cosa che ovviamente diverte moltissimo la gente del posto.
Potrebbero ridere a crepapelle quando il sole tramonta, come da un quadro impressionista, e i turisti ci battono le mani sopra come a teatro. Per alcune settimane Zelino ci ha anche provato a incassare anche dalla gente del posto.
Voleva raccogliere un piccolo obolo non solo per fare guardare i tramonti, ma anche per fare osservare quelli che li osservavano. Ma la gente del posto lo ha mandato al diavolo. Si è limitata a sputare nella ciotola che Zelino porgeva loro. Niente di più, nessuna parola, nessuna scazzottata, solo sputi. E Zelino ha preferito non correre rischi.